Antifragilità e complessità: governare l’incertezza senza semplificarla
Viviamo in un mondo di complessità irreducibile, in cui eventi e fenomeni sono il prodotto di innumerevoli variabili interagenti. Di fronte a ciò, la tentazione del management tradizionale è spesso di semplificare – ossia creare modelli lineari, piani deterministici e strutture rigide – nel tentativo di domare l’incertezza. L’approccio antifragile, al contrario, suggerisce che per governare l’incertezzaoccorre accettarne la complessità senza forzarla in schemi semplicistici. Significa approntare metodi di gestione che funzionino all’interno della complessità, invece di negarla. In pratica: usare sistemi di monitoraggio e decisionali sofisticati, adottare strutture adattative, e mantenere pluralità di prospettive, così da navigare l’incertezza con agilità anziché illudersi di eliminarla.
Standard internazionali per la rendicontazione degli intangibili
La continua crescita dell’economia basata su conoscenza e innovazione rende sempre più centrali gli asset immateriali – come brevetti, marchi, software, avviamento e capitale umano – che oggi generano gran parte del valore di lungo termine e costituiscono oltre metà della capitalizzazione di borsa delle aziende quotate. I principi contabili internazionali vigenti (in particolare IAS 38 “Attività immateriali”) consentono il riconoscimento in bilancio soltanto in presenza di specifici requisiti (es. acquisizione da terzi, identificabilità legale), tralasciando invece gli investimenti interni quali R&S o sviluppo di know-how. Di conseguenza, il valore di mercato di un’impresa si fonda in larga parte su risorse intangibili non riflesse nei bilanci tradizionali. L’assenza di rilevazione contabile di molti asset immateriali crea significative asimmetrie informative tra imprese e investitori, riducendo la visibilità sulla reale struttura patrimoniale. In questo scenario, organismi internazionali come l’IASB e l’OCSE hanno avviato iniziative di ricerca e riforma per migliorare la trasparenza degli intangibili nei rendiconti finanziari.
Fare impresa con i nuovi ESG
Le politiche industriali dell’UE negli ultimi anni hanno messo al centro il concetto di autonomia strategica: si tratta della capacità dell’Europa di agire indipendentemente nei settori chiave, tutelando i propri interessi e valori comuni, senza subire coercizioni esterne. La strategia industriale aggiornata dell’UE definisce infatti come priorità il sostegno all’“autonomia strategica aperta” attraverso la riduzione delle dipendenze strategiche da fornitori esterni. Eventi recenti come la pandemia da COVID-19 e le tensioni geopolitiche (dalla guerra in Ucraina alle crisi energetiche) hanno evidenziato quanto sia importante disporre di un’industria resiliente, in grado di garantire approvvigionamenti sicuri e innovazione tecnologica domestica. Di conseguenza, il tradizionale approccio ESG (Environmental, Social, Governance) si amplia includendo anche dimensioni di sicurezza nazionale e sovranità tecnologica. In questo quadro, documenti ufficiali come la Strategic Compass della Difesa UE parlano esplicitamente di rafforzare l’autonomia strategica europea, mentre strumenti industriali come PESCO e il Fondo Europeo per la Difesa vengono mobilitati per potenziare le capacità strategiche del continente.
Schumpeter - Tecnologie emergenti
Schumpeter è la rubrica di Stroncature dedicata all’osservazione e all’analisi dei principali trend tecnologici e delle tecnologie emergenti. L’obiettivo è comprendere in che modo queste innovazioni possano essere utilizzate per affrontare problemi concreti in ambiti scientifici, produttivi e istituzionali. Le tecnologie analizzate includono, tra le altre, l’intelligenza artificiale, il quantum computing, i sistemi distribuiti, i modelli multimodali e le soluzioni di machine learning avanzato.
Materiali Programmabili e Applicazioni Tecnologiche nei Settori Aerospaziale, Biomedicale ed Edilizio
Negli ultimi anni la scienza dei materiali ha introdotto concetti rivoluzionari come quello di materiale programmabile, indicando sistemi la cui microstruttura è progettata in modo da conferire proprietà e comportamenti su misura, spesso assenti in natura. Ne sono esempi di punta i metamateriali meccanici – materiali strutturati artificialmente la cui architettura periodica a livello microscopico produce proprietà macroscopiche inedite – e i cosiddetti materiali 4D, capaci di modificare nel tempo la propria forma o funzionalità in risposta a stimoli esterni. Queste nuove classi di materiali stanno aprendo scenari di grande interesse in campi avanzati come l’aerospazio, la bioingegneria e l’edilizia. Nei paragrafi seguenti si approfondiranno i fondamenti scientifici di tali materiali, le tecnologie impiegate per realizzarli e alcune applicazioni rappresentative nei tre settori citati, sulla base delle più recenti evidenze riportate dalla letteratura specialistica.