Standard internazionali per la rendicontazione degli intangibili
La continua crescita dell’economia basata su conoscenza e innovazione rende sempre più centrali gli asset immateriali – come brevetti, marchi, software, avviamento e capitale umano – che oggi generano gran parte del valore di lungo termine e costituiscono oltre metà della capitalizzazione di borsa delle aziende quotate. I principi contabili internazionali vigenti (in particolare IAS 38 “Attività immateriali”) consentono il riconoscimento in bilancio soltanto in presenza di specifici requisiti (es. acquisizione da terzi, identificabilità legale), tralasciando invece gli investimenti interni quali R&S o sviluppo di know-how. Di conseguenza, il valore di mercato di un’impresa si fonda in larga parte su risorse intangibili non riflesse nei bilanci tradizionali. L’assenza di rilevazione contabile di molti asset immateriali crea significative asimmetrie informative tra imprese e investitori, riducendo la visibilità sulla reale struttura patrimoniale. In questo scenario, organismi internazionali come l’IASB e l’OCSE hanno avviato iniziative di ricerca e riforma per migliorare la trasparenza degli intangibili nei rendiconti finanziari.