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Uscire dall’azienda: perché il successo si misura dall’inutilità dell’imprenditore

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apr 16, 2025
∙ A pagamento

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Uscire dall’azienda: perché il successo si misura dall’inutilità dell’imprenditore
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Per molte start-up e aziende familiari, la figura dell’imprenditore-fondatore è al centro di ogni decisione e operazione. Eppure, un paradosso emerge nei casi di maggior successo: l’apice della realizzazione imprenditoriale coincide con il momento in cui il fondatore diventa “inutile” per l’operatività quotidiana dell’azienda. In altre parole: la misura ultima del successo di un’impresa è la sua capacità di funzionare e prosperare indipendentemente dalla presenza costante del suo creatore. “Uscire dall’azienda” non va inteso solo come cedere le quote o andare in pensione, ma più ampiamente come raggiungere un punto in cui l’organizzazione possiede una leadership diffusa, sistemi e cultura tali per cui non dipende più dalle decisioni e dall’energia di una sola persona. Spesso l’ego o l’attaccamento emotivo portano gli imprenditori a voler rimanere al centro per sempre, ma le evidenze mostrano che così facendo rischiano di limitare la crescita e la longevità dell’impresa. Come disse Peter Drucker, “non c’è successo senza un successore”: costruire un’azienda di successo significa anche preparare il terreno per la propria irrilevanza operativa, in senso positivo. Qui dunque di tratta di analizzare il passaggio dalla leadership personale alla leadership sistemica, la continuità generazionale, la struttura di governance e l’uscita (eventuale) con capital gain.

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