Il Decreto Energia, convertito in legge a febbraio 2024, introduce diverse misure per promuovere l'installazione di impianti fotovoltaici da parte delle imprese. In particolare, viene semplificata la procedura autorizzativa per gli impianti fino a 12 MW che possono beneficiare della PAS (Procedura Abilitativa Semplificata). Inoltre, viene istituito presso ENEA un registro per classificare gli impianti fotovoltaici in base alle caratteristiche dei pannelli, con l'obiettivo di indirizzare gli investimenti delle aziende verso le tecnologie più performanti[9]. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha infatti dichiarato che la norma "consente di incentivare la produzione dell'intera filiera italiana del fotovoltaico, valorizzando i prodotti di migliore qualità".
Il Piano Transizione 5.0, introdotto con la Legge di Bilancio 2024, prevede un credito d'imposta per le aziende che investono in beni strumentali nuovi, inclusi impianti per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico. L'incentivo è pari al 6% per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, con un tetto massimo di 2 milioni di euro. Per gli impianti fotovoltaici, il credito d'imposta è limitato a quelli basati su pannelli prodotti nell'UE con efficienza minima del 21,5% a livello di modulo. Sono previste maggiorazioni del 120% per i moduli con celle prodotte nell'UE con efficienza minima del 23,5% e del 140% per quelli composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem con efficienza minima del 24%.
Le PMI possono accedere anche alla Nuova Sabatini, che offre un contributo a fondo perduto del 3,575% per l'acquisto di beni strumentali nuovi, tra cui impianti fotovoltaici. L'agevolazione copre gli investimenti fino a 4 milioni di euro ed è cumulabile con il credito d'imposta del Piano Transizione 5.0. Per le aziende del Sud Italia, il contributo può arrivare fino al 5,5% grazie al cosiddetto "Bonus Sud"[13]. La Nuova Sabatini si affianca ad altre misure come il credito d'imposta per attività di Ricerca e Sviluppo nel settore fotovoltaico e la possibilità di usufruire del reverse charge IVA per ridurre il costo iniziale dell'investimento.
Un'altra opportunità per le imprese è rappresentata dalle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), associazioni tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole/medie imprese che decidono di unire le forze per dotarsi di impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili. Il Decreto Energia ha introdotto incentivi specifici per le aziende che aderiscono alle CER, come una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa e un premio per l'autoconsumo collettivo. Inoltre, i progetti di sviluppo delle CER possono beneficiare di contributi a fondo perduto fino al 40% dell'investimento tramite bandi regionali o nazionali.
Infine, il settore agricolo può contare su agevolazioni dedicate per l'installazione di impianti fotovoltaici. Il bando Agrisolare, con una dotazione di 1,5 miliardi di euro, offre un contributo a fondo perduto fino all'80% per le aziende agricole che realizzano impianti fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali. Le percentuali di contributo variano in base alla dimensione dell'impresa e alla localizzazione geografica: 80% per le aziende di produzione primaria, 70% per quelle di trasformazione e 60% per le cooperative agricole. È previsto anche un importo supplementare per la rimozione e lo smaltimento dell'amianto eventualmente presente sulle coperture. Il bando aprirà il 12 luglio 2024 e le domande potranno essere presentate fino al 12 ottobre 2024.
Requisiti tecnici e normativi
Per accedere ai crediti d'imposta per gli impianti fotovoltaici in Italia, le imprese devono soddisfare alcuni requisiti specifici. Innanzitutto, l'investimento deve riguardare l'acquisto e l'installazione di beni strumentali nuovi, tra cui rientrano appunto gli impianti per la produzione di energia da fonte solare. Il credito d'imposta base è pari al 6% delle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, con un limite massimo di 2 milioni di euro.
Il Piano Transizione 5.0, introdotto con la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 197 del 29 dicembre 2023), ha stabilito specifici requisiti tecnici per i pannelli fotovoltaici che possono beneficiare del credito d'imposta. In base all'articolo 1, comma 423, della suddetta legge, i moduli devono essere prodotti nell'Unione Europea e avere un'efficienza minima del 21,5% a livello di modulo, secondo i parametri definiti dalla norma IEC 61215. Questa soglia di efficienza è stata fissata per indirizzare gli investimenti delle imprese verso tecnologie di alta qualità e promuovere al contempo la filiera produttiva europea del fotovoltaico. Infatti, come sottolineato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) nel comunicato stampa del 15 marzo 2024, "l'obiettivo è quello di incentivare l'utilizzo di pannelli ad alte prestazioni, in grado di garantire una maggiore produzione di energia pulita e una migliore integrazione architettonica, valorizzando al contempo il know-how e la capacità industriale delle aziende italiane ed europee del settore".
Oltre al requisito base dell'efficienza al 21,5%, il Piano Transizione 5.0 ha introdotto delle maggiorazioni del credito d'imposta per le imprese che scelgono di investire nelle tecnologie fotovoltaiche più avanzate. In particolare, l'articolo 1, comma 424, della Legge di Bilancio 2024 prevede un incremento del 120% del credito d'imposta per i moduli fotovoltaici con celle prodotte nell'Unione Europea che raggiungono un'efficienza minima del 23,5%. Si tratta di pannelli di ultima generazione, basati su celle PERC (Passivated Emitter and Rear Cell) o HJT (Heterojunction Technology), in grado di offrire prestazioni superiori in termini di potenza, affidabilità e durata nel tempo. La maggiorazione sale al 140% per i moduli composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem, con un'efficienza minima del 24%. Queste tecnologie rappresentano lo stato dell'arte nel campo del fotovoltaico, combinando materiali innovativi come il silicio amorfo e il perovskite per massimizzare la cattura della luce solare e la conversione in energia elettrica. Come evidenziato nelle Linee Guida pubblicate dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) il 20 aprile 2024, "le maggiorazioni del credito d'imposta hanno l'obiettivo di accelerare la diffusione delle soluzioni fotovoltaiche più performanti e sostenibili, in linea con i target di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) e dalla Strategia Europea per l'Idrogeno Verde".
Oltre ai requisiti tecnici, le imprese devono rispettare alcune condizioni generali per poter usufruire dei crediti d'imposta. In primo luogo, devono essere regolarmente costituite e iscritte al Registro delle Imprese. Inoltre, devono essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e con il pagamento delle imposte e delle tasse. È richiesto anche il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela dell'ambiente. Per quanto riguarda la fruizione del credito d'imposta, esso può essere utilizzato esclusivamente in compensazione tramite modello F24, a decorrere dall'anno successivo a quello di entrata in funzione dei beni. Le imprese devono conservare tutta la documentazione attestante l'effettivo sostenimento delle spese e la corretta determinazione del credito d'imposta, in caso di eventuali controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate. Infine, il credito d'imposta per gli impianti fotovoltaici è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche, come la Nuova Sabatini o i contributi per le Comunità Energetiche Rinnovabili, nel rispetto delle intensità massime di aiuto previste dalla normativa europea.
Fonti e documenti
Legge di Bilancio 2024: le misure per lavoratori, imprese e famiglie