Costruire imprese che si autofinanziano. Modelli che incassano prima, rischiano meno e crescono meglio
Introduzione
Warren Buffett e Charlie Munger hanno trasformato una nozione contabile in un principio strategico. Nel loro approccio, il “float” – inteso non come azioni in circolazione ma come capitale incassato in anticipo rispetto all’obbligo futuro – è diventato il motore di un modello imprenditoriale alternativo: ricevere oggi, erogare domani, investire subito. Questo meccanismo ha consentito a Berkshire Hathaway di espandersi senza cedere partecipazioni, senza indebitarsi e senza dover attendere l’accumulo lento degli utili non distribuiti. Il capitale, per loro, non era solo una risorsa da attrarre, ma un effetto collaterale ben gestito della fiducia contrattuale che si può ottenere nei settori giusti.
Nel campo assicurativo, questo schema ha trovato una forma potente: i premi vengono incassati oggi, i sinistri si verificheranno, forse, in futuro. Se le polizze sono sottoscritte in modo disciplinato, e se gli eventi avversi sono distribuiti con regolarità statistica, il risultato è una riserva di liquidità stabile, disponibile per essere investita con razionalità e senza urgenze. È così che Berkshire ha potuto costruire un conglomerato in grado di finanziare la crescita con risorse prese in prestito non dalle banche, ma dal tempo e dalla fiducia. Tuttavia, questo modello presenta fragilità: dipende da variabili non del tutto controllabili, come i tassi di sinistrosità o le crisi sistemiche, e richiede capitali regolatori, riserve tecniche e una gestione attuariale sofisticata.
Per questo motivo diventa interessante esplorare se lo stesso principio – incassare prima di erogare – possa essere applicato in altri settori, meno esposti all’incertezza e al vincolo normativo. Negli ultimi anni, modelli come il SaaS, le licenze d’uso, le piattaforme informative e i servizi in abbonamento hanno mostrato che è possibile costruire un flottante operativo con caratteristiche più stabili, meno condizionate da eventi aleatori e con costi marginali più bassi. In questi casi, l'obbligazione posticipata è certa, replicabile, standardizzata e pienamente sotto il controllo del fornitore. Il rischio non scompare, ma cambia di natura: da rischio assicurativo a rischio reputazionale o tecnologico, molto più gestibile.
Il punto chiave è che oggi, in un'economia sempre più basata su capitale intellettuale, dati e infrastrutture digitali, è possibile creare modelli che generano capitale anticipato in modo sistematico, senza dover garantire la restituzione, ma solo la continuità di un servizio. Se ben progettati, questi modelli offrono una forma di flottante più efficiente: meno esposta alla contingenza, più facile da replicare, più utile per finanziare crescita e innovazione. Questo report analizza proprio questi modelli: dove nascono, come funzionano, quali settori li adottano, quali aziende li hanno interiorizzati e cosa si può imparare da chi ha già iniziato a costruire strutture economiche in cui il capitale arriva prima del valore.